domenica 3 aprile 2011

Via Bassette: riduzione del campo nomadi

Tassello dopo tassello, il mosaico si restringe. Il campo rom di via Bassette si appresta a subire una limitazione ulteriore dell'area disponibile, dopo quella dell'anno scorso che aveva dimezzato lo spazio (da 10 mila a 5 mila metri quadrati). Circa 200 metri quadrati, quelli che danno verso corso Irlanda, pronti ad essere sbarrati con la solita rete con la base in cemento. Prendendo a spunto la diminuzione del numero di ospiti (si è arrivati sotto i 35, in autunno erano 40, 57 prima dell'intervento divisorio dell'aprile 2010) si ridurrà così l'area a disposizione.
Qualche settimana fa, durante un sopralluogo con forze dell'ordine e Ulss, nel campo erano state trovate carenze nelle norme di sicurezza e igieniche, sistemate in buona parte dagli stessi rom.
Ma Palazzo Moroni si sta muovendo in ogni caso per «chiudere» ancora il campo.

Per l'assessore alle Manutenzioni Andrea Micalizzi, «dobbiamo affrontare il tema con serietà e fermezza. Ci deve essere attenzione alle condizioni sanitarie del posto, soprattutto visto che ospita dei bambini». Nel campo c'erano stufe e fili elettrici non a norma: la morte di quattro bambini in un campo a Roma, a causa di un incendio dovuto al non rispetto delle norme, è un ricordo fresco. «Non vogliamo succeda una cosa del genere - conferma Micalizzi - allo stesso tempo abbiamo chiesto maggiori controlli nella zona. Il rispetto della legalità e dei residenti e commercianti del quartiere è prioritario. Delimitando il campo ridurremo anche la presenza»
Micalizzi sta lavorando assieme a Marco Carrai, assessore alla Polizia Municipale e Fabio Verlato, che ha la delega per i Servizi sociali. 
Mercoledì alcuni commercianti di zona Mortise, accompagnati dalla Presidente di Quartiere Gloria Pagano, hanno incontrato il questore Luigi Savina, ottenendo maggiori controlli per il quartiere, dopo l'aggressione e le spaccate subite nelle ultime settimane.
[Francesco Patané, il Mattino di Padova, 27/03/2011]


Il progetto per la nuova recinzione del campo nomadi di via Bassette è nero su bianco. Sul lato dell'insediamento che confina con la tangenziale Nord verrà realizzato nelle prossime settimane una sorta di secondo «muro» dello stesso materiale del primo, realizzato nell'aprile del 2010 che dimezzò l'area da 10 a 5 mila metri quadrati. Base in cemento a forma di new-jersey con annegata sopra una rete d'acciaio molto resistente. La barriera si estenderà per circa 40 metri parallela alla superstrada. Rispetto al confine attuale il nuovo limite toglie dieci metri di profondità all'insediamento dei nomadi, per complessivi 400 metri quadrati.

Ieri sono stati definiti gli ultimi dettagli nella riunione fra gli assessori alla manutenzione Andrea Micalizi, alla polizia locale Marco Carrai e ai servizi sociali Fabio Verlato (con i rispettivi capi settore). Nel campo nomadi abitano Elvis Seferovic con moglie e 10 figli (più nuora e nipotina), la famiglia Salkanovic con 6 figli, Gianni Ahmetovic con moglie e 8 figli. Questi sono i dati di uno degli ultimi rapporti stilati dalla polizia municipale, anche se poi, il numero delle presenze variava a seconda dei giorni e dei periodi.

Prendendo a spunto la diminuzione del numero di ospiti (si è arrivati sotto i 35, in autunno erano 40, 57 prima dell'intervento divisorio dell'aprile 2010) si ridurrà così l'area a disposizione: «La ratio dell'intervento è quella di evitare che in via Bassette arrivino nuovi nuclei e che nel campo vengano rispettate le basilari regole igieniche e di comportamento», spiega l'assessore Carrai.

Qualche settimana fa, durante un sopralluogo con forze dell'ordine e Ulss, nel campo erano state trovate carenze nelle norme di sicurezza e igieniche. «Abbiamo imposto agli occupanti lo smantellamento di alcune baracche abusive e di stufe pericolose, oltre che la messa in sicurezza degli impianti elettrici» spiega l'assessore alle Manutenzioni Andrea Micalizzi, «dobbiamo affrontare il tema con serietà e fermezza. Ci deve essere attenzione alle condizioni sanitarie del posto, soprattutto visto che ospita dei bambini».

[Francesco Patané, il Mattino di Padova, 1/04/2011]

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